venerdì 20 luglio 2007

Finché c'è la salute

Dal Giornale del Popolo del 20 luglio

Diavolo, ma non se ne può proprio più. A chi lo dice! L'altro giorno andavo in motorino e mi pareva di star ferma, manco a muoversi si poteva provare il sollievo di una corrente d'aria. E per non parlare delle zanzare, addestrate a pungere persino sotto i vestiti e guardi che se l'affidassimo a loro la cattura di Bin Laden saremmo a posto. L'altra sera sono andata a letto cosparsa di un intruglio comprato alla Manor che solo a starmi vicino mi sentivo intossicata e neppure quello è bastato. La mattina mi sono svegliata che si poteva giocare a "unisci i puntini" con le protuberanze rosse disseminate sul mio pallore. Pallore si, ha ragione, perché neppure il sole si può prendere, oramai. Il sole è malato, sì sì! Per la verità, sa com'è, io così bianca il sole non l'ho preso mai e un po' me ne vanto, ma il vero cruccio...lo sa qual è? L'aria condizionata. Mamma mia, a chi lo dice, questa cervicale mi fa vedere le stelle e fosse per me soffrirei il caldo, ma i colleghi in ufficio, sa com'è. Ogni giorno ti trovi davanti al dilemma: affrontare gli insulti dei vicini di scrivania e soprattutto gli effluvi di ascelle robuste controvento o coprirsi come fossimo a gennaio per poi morire d'escursione termica sull'uscio? E ma noi ci lamentiamo ci lamentiamo. Pensi quelli che non hanno casa nè al mare nè in città. E quelli che stan male. Ah già la salute. Che uno finché non la perde non si accorge mai di quanto è importante. E comunque sa cosa le dico? Si stava meglio quando si stava peggio, eggià! E poi non ci sono più le mezze stagioni e soprattutto. Soprattutto da queste parti non si trovano due neuroni in croce in grado di partorire un dialogo più complesso di questo.

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