venerdì 26 giugno 2009

Chi non lavora non va in vacanza

Dal Giornale del Popolo del 19 giugno
Il modo migliore per rientrare da una vacanza senza traumi è impegnarsi subito a organizzarne un'altra. Quindi io intanto mi sono comprata un volo low cost per la fine di agosto, fino ad allora
controllerò la prenotazione, consulterò la guida (solo adesso che ho comprato il volo posso comprarla, prima no, porta sfortuna), risparmierò persino. Stare in vacanza è una cosa che ci iene così bene che ogni volta ci domandiamo perché diavolo lavoriamo se non per guadagnare quel che serve per la vacanza successiva. Eppure l'avevamo pensata diversamente. Da piccola quando ci sognavamo adulte magre e famose immaginavamo le interviste che avremmo concesso e tutte iniziavano con adoro il mio lavoro. Allora mi figuravo neuroni scattanti, riflessi pronti, memoria di ferro, abilità sopraffina. Insomma tutto quel che serve per fare una dignitosa carriera. In fondo anche il modello femminile per eccellenza, ovvero Brooke Logan (che, per la cronaca, sta progettendo per l'ennesima volta il matrimonio con Ridge), approdando dalla vallata a Beverly Hills s'era accaparrata il belloccio Ridge, ma anche un ottimo lavoro nell'azienda di famiglia, al quale si dedicava con passione nei ritagli di tempo tra una
seduzione e l'altra (dei membri della stessa famiglia, certo). Al due cuori e una capanna non ci crede nessuno e in fondo se Cenerentola fosse rimasta con una scarpa sola, una zucca sotto braccio sarebbe famosa quanto me e voi, anche con un dignitoso lavoro in posta. Al vostro principe azzurro fate sapere che per la prossima vacanza progettate il riscatto sociale in costa azzurra. E con la zucca non ci si arriva.

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