venerdì 18 novembre 2011

Il castigo è innanzitutto estetico

Dal Giornale del Popolo del 18 novembre
È una parte scomoda della storia, ma qualcuno dovrà pure analizzarla. Ai vostri figli laureati in economia e possessori di qualche titolo di studio riassunto da acronimi impronuciabili lasciamo la parte meno interessante. Quella che dovrebbe capire come diavolo si sia passati dalla crisi dei mutui americani a quella degli Stati europei. Perché che gli americani fossero dei consumatori quantomeno avventati, lo abbiamo sempre saputo (noi che frequentavamo i negozi di Manhattan nei tempi d'oro). Ora c'è da capire come diavolo questo disastro abbia attraversato un Oceano e tenti di sommergere le formichine del Vecchio Continente. Come sia successo che internazionalmente siamo finiti a lodare la sobrietà e la morigeratezza. E non parliamo solo dei vestiti da poche sterline di Kate Middleton. Né di quelle scarpe color tortora col plateau che la moglie di William d'Inghilterra indossa ogni due per tre ignorando una delle regole fondamentali di Paris Hilton («Mai farsi fotografare due volte con lo stesso vestito»). Quello che succede Oltremanica è ancora poco. Nel continente ci ritroviamo a lodare il rigore di una signora tedesca che indossa giacche uscite dalla DDR. Oh se solo ci fosse un Berlusconi a paragonarla a una Rosy Bindi noi potremmo ancora indignarci e passare ad argomenti più seri, invece ci tocca guardare in faccia la realtà e farlo da soli. Guardare con occhi sbarrati questo nuovo governo italiano che è un monito culturale per tutto il continente. Fate pure le cicale, ma prima o poi il castigo arriva. E avrà l'immagine di una squadra di signori in grisaglia, signore con plantare Valleverde e neanche un capello (trapiantato) da annodare al pettine.

1 commento:

filoderba ha detto...

ottima ficca questa!!!