venerdì 29 marzo 2013

Sigaretta elettronica, col vizio vanno in fumo anche le scuse

Dal Giornale del Popolo del 29 marzo
Che la sigaretta elettronica è un po' come il sesso virtuale lo dicono generalmente quelli che non hanno provato nessuna delle due cose e che però, per partito preso o semplice testardaggine, si ostinano a ritenere migliori le cose di una volta rispetto a quelle riviste e corrette dal progresso. Intanto ci sono gli elementi per osservare il cambiamento dell'ennesima abitudine comportamentale durante le nostre cene. Niente più incursioni nel terrazzo degli amici o fuori dal locale. Chi ha scoperto i meravigliosi vantaggi della sigaretta elettronica la mostra agli altri commensali con l'orgoglio di lasciarsi alle spalle un'epoca di privazioni: basta colpi di freddo e interruzioni di conversazioni appassionanti. E soprattutto basta con lo sguardo di disapprovazione di chi non capisce il vizio e ti guarda come uno smidollato che non è in grado di trattenere i propri istinti. «Proprio non mi ricordo di quella cosa importantissima che dici di avermi detto. Sicuramente ero fuori a fumare». Finisce così anche l'era delle scuse. Ora resteremo lì, attaccati ai nostri tavoli resi vivaci dai fumi dell'alcol e dal fumo inodore delle nostre sigarette non viziose. Noi reazionarie per natura ci interroghiamo su cosa resti di un vizio che non fa male. E siamo tentate di pensare che tanto varrebbe darsi alle parole crociate. Cominciamo a scuotere il capo, corrugare la fronte per gli scenari orwelliani dietro l'angolo: ancora un po' e inventeranno i matrimoni senza litigi, l'amore senza sofferenza e i bambini non rompiscatole. E se un giorno ci togliessero tutta la complessità che tanto ci tortura ma ci rende vive? Ci poniamo grandi problemi culturali per nascondere la domanda che ci toglie il sonno: adesso che non possiamo più alzarci a fumare che scuse troveremo per controllare i cellulari che abbiamo appena bandito dalle nostre tavole?

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