venerdì 3 maggio 2013

Carla Bruni, il grasso e la saggezza delle rughe

Dal Giornale del Popolo del 3 maggio

Dopo il terzo cambio dell'armadio con un terzo degli abiti inservibili perché fuori misura, la nostra si è armata di pazienza. O forse di furore. Di sicuro di coraggio. Sacchetti interi hanno preso la via della pattumiera. Dentro non c'era niente di grave, magliette di sette otto stagioni fa, consunte, inservibili, di sicuro troppo corte per certe stagioni della vita e della meteorologia. L'amica del repulisti lo racconta con un misto di fierezza e senso di colpa, come se avesse risposto dopo anni alla avance di un molestatore non troppo disprezzato. Emozione, brivido, non sai se hai fatto la cosa giusta ma intanto l'hai fatta e questo ti procura ogni volta una sensazione ambigua. Carla Bruni ha raccontato a Vanity Fair di essersi messa un giorno di fronte all'armadio e di essersi posta, dopo la gravidanza della sua seconda figlia, la domanda a cui la metà di noi ragazze rinuncia a rispondere per mesi, a volte anni: «Butto l'intero guardaroba o provo a dimagrire?». Seguono molte frasi importanti, che compiono egregiamente l'importante funzione sociale a cui sono destinati i giornali femminili: raccontare i vip come se fossero persone normali, che affrontano i nostri medesimi problemi e alla fine ne escono, perché l'intento didattico rende interessante ogni storia. Carla racconta poi di essere stata in analisi e di esserlo ancora. Quando l'età avanza, dice, è ancora più importante. «Le rughe senza saggezza sono noiose. Io voglio diventare matura. Voglio diventare saggia». È qui che ci siamo sentite legittimate a non buttare nessuna taglia 42. Ognuna, in fondo, ha il diritto di stamparsi in testa un traguardo che le permetta di sognarsi diversa e sufficientemente conformista.

1 commento:

Elisa B ha detto...

chi è l'amica del repulisti? pulivapor?