venerdì 31 maggio 2013

Riderà chi ride ultimo. Variazioni sul tema di uno strazio

Dal Giornale del Popolo del 31 maggio

C'è un pantheon di canzoni che occorre sapere a memoria per dimenticare e combattere con granitica convinzione. In quel pantheon, insieme a quel concentrato di maschio paraculismo che fu Vedi Cara di Guccini, c'è anche Riderà del compianto Little Toni. Ascoltarla almeno una volta l'anno, durante la replica obbligata di Sapore di Mare, è come riaprire il diario del liceo. Poiché infatti si odia compiutamente ciò che si è amato disperatamente, occorre ricordare che per qualche tempo l'abbiamo ascoltata con quello struggimento sterile e inconsolabile che solo l'avere un utero ci consente di provare. È la favola dell'uomo che si fa da parte per amore della sua donna, il principe azzurro che molla il cavallo bianco allo scudiero e gli affida la principessa a cui lui rischia di spezzare il cuore. È l'idea che sia in qualche maniera nobile rinunciare all'amata invece che lottare per amarsi nel migliore dei modi possibili, è l'idea maliziosa e pericolosa che se amore e morte (cioè sofferenza) sono inesorabilmente intrecciate come ci ha insegnato l'epica greca, l'unico modo per limitare la sofferenza è diminuire un po' l'amore, passando la mano all'uomo non eroico ma ordinario che la farà ridere «perché ha pianto troppo insieme a me». Variazioni sul tema di uno strazio ben riassunte da un verso di Claudio Baglioni: “Ti ho fatto male per non farne alla tua vita”. Robe che ti fanno sognare e piacevolmente disperare. Finché un giorno realizzi che chi le cantava aveva solo nuove risate da suscitare altrove e vite diverse da preservare.

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