venerdì 23 agosto 2013

Aver così sonno da fidarsi

Dal Giornale del Popolo del 23 agosto
È un po' come guardare negli occhi la persona a cui ti sei legata piuttosto seriamente e realizzare che non conosci il suo segno zodiacale. Un giorno ti guardi allo specchio e realizzi che no, non lo hai fatto mai: mai una indagine seria e approfondita sul suo telefonino. Mai niente che eccedesse le sbirciatine occasionali. Mai il confronto tra i numeri e i nomi, ma il goglaggio seriale delle femmine della rubrica. Eppure poteva esserci materiale abbondante. A cominciare dai gorgoglii dopo mezzanotte e anche la più spicciola letteratura sul tema insegna che ogni messaggio o comunicazione telefonica dopo quell'ora viene automaticamente catalogata come sospetta. E invece al massimo a casa nostra quei suoni hanno provocato disprezzo manifesto per il fatto che fossero colleghi maschi e neppure conoscenti femmine, il tutto aggravato dalla confusione per il fatto che c'è un suono per le notizie, uno per i tweet, uno per i messaggi, uno per i whatsupp. E a volte sono la pigrizia e un sonno pesante a renderci donne che si fidano. Ma nessuna fiducia è per sempre. Perché anche le più assonnate sanno che se l'occasione fa l'uomo ladro è altrettanto vero che siamo tutti talmente ladri dentro che sappiamo cercarcele quelle occasioni di furto con scasso o innocenti rapine. Ci attrezzeremo. Perché il terrore che questa fiducia venga dal troppo amore o dal disinteresse ci sta togliendo il sonno.

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