mercoledì 7 agosto 2013

D'estate non si conquista un bel niente

Il mio psicologo di riferimento sostiene sia una visione del mondo che va bene per quel paio d’anni (direi uno, più realisticamente) in cui gli ormoni superano a tal punto il livello di guardia da orientare l’intera vita di una persona. Sostiene, insomma, che dopo i 17 anni sia impossibile ritenere l’estate il periodo della conquista e dell’amore. Men che meno della passione. Perché diavolo dovrebbe essere naturale fare gli occhi dolci a qualcuno quando al bar della spiaggia cerchiamo di studiare le nostre forme riflesse nel cartellone dei gelati? O esplorare il campo mentre saltiamo per inquadrare almeno il decolltè nello specchio minuscolo che qualche bagnino saggio ha piazzato vicino alla doccia? Non vanno meglio quelle che la propria conquista ce l’hanno, e magari da parecchie stagioni, distesa a fianco, spesso su un telo mare di spugna che si usava negli anni Ottanta. Dio solo sa quanto avete aspettato questo momento in cui vedervi più di cinque minuti al giorno, mangiare pesce in riva al mare, chiacchierare di fronte a un prosecco e non per decidere chi andrà a pagare le bollette. L’aspettavate con ansia tutto questo solo che poi lui ha dimenticato la zanzariera della bambina, voi avete lasciato a casa il golfino nell’unica serata fredda dell’estate, senza contare che gli avete rovinato il piano abbronzatura mettendo in valigia solo creme con filtro solare sopra il 30. Così, mentre lui comunicava solennemente quanto sia dannoso aprire i finestrini con l’aria condizionata accesa, anche in una macchina infuocata da sei ore di parcheggio sotto il sole, avete capito che nessuno si può amare e men che meno sopportare. Almeno finche non torna un po’ di fresco.

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