venerdì 13 dicembre 2013

Il marketing di noi stesse

Dal Giornale del Popolo del 13 dicembre

I parti perfetti sono come i figli perfetti. Sono quelli degli altri. Non importa che lo siano veramente, importa che lo siano nelle parole di chi li sponsorizza perché capace di un marketing sincero ed efficace della propria vita. Io e l'amica improbabile ci guardiamo negli occhi ogni tanto e ci capiamo subito: se solo sapessimo tenere in alta considerazione noi stesse come l'amica di riferimento domestico tiene in alta considerazione il suo detersivo per il bucato. Neanche il tempo di ordinarne una confezione dalla sua tintoria di fiducia, confuse e contente come davanti a una bancarella alle fiere di fine estate, e ci domandiamo cosa manchi a noi per avere un briciolo di una sicurezza simile sul resto della nostra vita. Perché noi ancora non siamo del tutto convinte che sia una buona idea avere dei figli, quali favole leggergli, quando iniziare lo svezzamento e se la frutta non sia un inizio troppo audace. E poi asilo nido o baby sitter, scuola statale o privata. E poi ci sono quelle di noi che si avventurano nel secondo figlio e dal primo non hanno imparato niente ed è tutto ricominciare con le indecisioni: dal dove partorire, al credere in un travaglio che sembra impossibile o prenotare un cesareo espresso. Tutto a creare una buona dose di confusione pre parto che non sai ancora se ti sconterà un po' di quella (tradizionale) post partum. Però sappiamo che sarà un'altra femmina. Ha anche una ipotesi vagamente probabile di nome e di sicuro finché la sua cute sarà di nostra competenza non indosserà mollette di Hello Kitty e altri animali zoologicamente indefiniti. Non è poco.

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