venerdì 21 novembre 2014

I nostri figli, con nonni in forma e genitori angosciati

Dal Giornale del Popolo del 21 novembre

Stanno con i nostri figli, riescono a lavarli senza scatenare scene di panico né esondazioni della vasca da bagno. Riportano traguardi importanti a cui noi neppure ci applichiamo: così dopo un pomeriggio con loro un bambino di meno di un anno viene restituito in grado di battere le mani e tossire a comando. Vivono l'età dell'insonnia naturale, quindi non provano sentimenti irriferibili quando le creature li tengono svegli dalle tre di notte in poi. Ne approfittano per fare una lavatrice, condire l'arrosto, asciugare il lavandino. Rappresentano per noi, obtorto collo trascinati nella vita adulta, una specie di ideale irraggiungibile. Da adolescenti pensavamo che non saremmo mai diventato adulti (immaginandoci chissà quale morte violenta nobilitata dalle ragioni dell'arte o del rock), oggi pensiamo che non arriveremo mai all'età dei nonni dei nostri figli. Soprattutto siamo convinti che non ci arriveremo mai nella loro splendida forma. Quelli che cianciano di welfare dicono che è perché loro hanno la pensione, hanno iniziato a lavorare e diventare adulti quando con uno stipendio mediamente si poteva accendere un mutuo per comprare casa. La verità è che sono più forti. E anche quando non stanno bene sono comunque un'ideale di positività e vigore che appare impraticabile per noi incatenati a un'estetica pensosa e preoccupata della vita. I nonni dei nostri figli non hanno fatto la guerra, ma sono ugualmente attrezzati. E così per vedere le foto dei nipoti hanno persino addomesticato WhatsApp.

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