giovedì 13 novembre 2014

Muffa e cinismo


Dal Giornale del Popolo del 7 novembre
All'asilo hanno festeggiato Halloween, dando così occasione alla maestra di tessere le lodi della mamma di tizia che ogni anno, nonostante abbia degli altri piccoli a casa, confeziona biscotti a forma di zucche e streghette per tutti. «Figurati se li fa davvero lei...», è stato il commento di chi più che la perizia culinaria le invidia la magrezza e le gambe chilometriche. Abbiamo riflettuto sulla inutile (e ingiusta) concentrazione di troppe doti in una sola persona, abbiamo parlato di ingiustizie quando sappiamo che l'unica cosa che invidiamo a questa gente, persino più della taglia 40, è la leggerezza. Le loro belle bambine non mangiano zuccheri né biscotti zeppi di olio di palma perché la mamma ne ha già preparati di sanissimi, perché la loro perizia arriva dove nessuna velleità di spesa biologica può arrivare. Abbiamo riso a lungo dei loro corsi di yoga, della determinazione nel fare i dolci con l'aiuto dei bambini, mentre a casa nostra ci vorrebbe l'analista per ogni spolverata di farina che finisce per terra quando a fare dolci sono gli adulti e non i bambini. Abbiamo sempre riso di loro, delle abitudini sane, con la solida convinzione che il cinismo curasse l'invidia e anche la tristezza. Tristezza per non essere capaci di fare tutte le cose che fanno queste persone efficienti e serenissime e per questa faccia addolorata da giovane Werther che ci portiamo addosso. Non perché non sappiamo fare i biscotti, ma perché la muffa è tornata per la seconda terribile volta nel nostro armadio. E si accanita su quel poco Chanel che potevamo vantare.

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