Da Ticino7 del 2 agosto 2019
È capitato a tutte di innamorarsi di un musicista. Quello che
a vent’anni si divertiva a vestirsi da vecchio risultando irresistibile ai
nostri occhi adoranti. Chissà se era l’influenza del musicista o
l’implacabilità dei vent’anni, sta di fatto che allora si discuteva di tutto. Certo,
i cortometraggi di qualche amico con aspirazioni da regista proposti in notti
interminabili potevano essere evitati. Ma, prima del cortometraggio e dopo il
cortometraggio, si restava svegli a parlare di libri, paesi lontani e
soprattutto di canzoni. Il “boom” della musica “alternativa” (oggi discuteremmo
per ore della contraddizione insopportabile di quella definizione) doveva ancora
arrivare e melodie non distanti da quelle di Calcutta, Gazelle o Zen Circus
erano ancora appannaggio di pochi. Lui, come ogni profeta innamorato, piuttosto
che concepire l’esistenza di gusti diversi diventava comprensivo: “È musica un
po’ difficile”.
Generalmente le discussioni più accese arrivavano su
Jovanotti. Lui era tra quelli che ne apprezzavano al massimo “i bravi
musicisti”, io cercavo di spiegargli perché la frase “ogni cicatrice è un
autografo di Dio” fosse fondamentale per la mia esistenza. Era anche profetica
del nostro rapporto tormentato, ma allora non lo sapevo.
Tutto questo per dirvi che Jovanotti da queste parti è una
passione antica e testarda, difesa di fronte a chiunque, mantenuta anche adesso
che è fin troppo condivisa. Eppure ho fatto quello che nessuna innamorata deve
fare mai: mancare ad un appuntamento. Il Jova Beach Party sta girando le
spiagge d’Italia e io non ci sarò. Ho incaricato gli amici temerari di
comprarmi le infradito limited edition, seguo con costanza la performance del
nostro, imbarazzantemente bello con quelle camicie etniche e il cappello di
paglia, ma non ci sarò. All’amica che ha scritto rammaricata inviandomi le clip
dei momenti salienti dei concerti ero tentata di rispondere come i vecchi che
rinunciano ad andare allo stadio: in fondo la partita si vede meglio da casa.
Conosco amici sollevati dalla cancellazione della data di Albenga, all’idea di
non dover arrostire in mezzo alla sabbia.
Mi sono trattenuta, ma domani, sbirciando i momenti di
quella data a Lido di Fermo piangerò. E sono sicura che Lorenzo si accorgerà
che è il primo concerto in cui manco.
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