Da Ticino7 del 26 luglio 2019
Perché scegliere quando si può aggiungere? Massime tanto
veritiere non possono valere soltanto per la valigia, pertanto abbiamo pensato
bene di applicarle anche alle mete di vacanza. Il fatto che i giorni a
disposizione siano sempre meno non può fermarci: riusciremo a toccare tutte le
mete desiderate, fregandocene delle latitudini e prendendo in considerazione
anche la possibilità di soggiorni in day hospital in alcune località. In questo
modo le creature avranno la possibilità di godere di climi differenti, gli
amici trascurati durante l’anno verranno recuperati e soprattutto cercheremo di
fare quello che in ogni vita di coppia si cerca di fare ogni giorno con
risultati contrastanti: salvare capra e cavoli.
Mare vs montagna
In questo caso la capra e i cavoli sono il mare e la
montagna, rispettivamente meta preferita di ognuno dei due componenti della
coppia. Parlerò in prima persona, me lo concederete, come se tutto quello che
state per leggere fosse successo realmente, nella ferma e manzoniana
convinzione che quanto scrivo accada in tante delle nostre vite.
Quest’anno abbiamo cominciato con il mare, con un volo di
linea, perché noi non voliamo low cost per scelta culturale ed è forse l’unico
aspetto della vacanza su cui ci siamo trovati d’accordo. Un sacrosanto bagaglio
in stiva ci ha consentito di portare tutto il necessario e di sfoggiare dei
sandali che hanno attratto i complimenti di turisti e negozianti della località
balneare in cui abbiamo sostato per poco più di 72 ore. Al mare abbiamo pescato
meduse, nuotato con la maschera, raccolto conchiglie e visto i delfini. Il
tempo di ripassare dal via per una sessione concentrata di lavatrici e siamo
arrivati in montagna. Io inizio a dormire appena entro in macchina, lui propone
playlist di tutto rispetto e si ferma su un passo dolomitico per dare il nome
alle vette che abbiamo la fortuna di vedere. Al momento “indovina cos’è quello”
mi esibisco in un name dropping geograficamente disinvolto e agghiacciante: le
Tofane, il Sassongher, il Cervino, la Varella e risparmio il Monte Bre per
carità di patria. Non che d’inverno le riconosca, aggiungo, ma almeno d’inverno
ha senso andare in montagna.
Gli aneddoti
Pochi giorni prima, in riva al mare di Sicilia, io
raccontavo delle vacanze con i miei genitori: un mese in Sardegna o in
Jugoslavia, con le chiappe bruciate dal sole, i capelli bianchi per la
salsedine e le stelle marine pescate e ributtate in mare, i viaggi della
speranza in cinque su una Uno con gommone ripiegato nel portapacchi e il motore
incastrato tra le valigie nel bagagliaio, la borsa Mandarina Duck della mamma
che custodiva salviette, fazzoletti, costumi, coralli, felicità. Al fresco
delle Dolomiti persino lui diventa loquace ed esibisce la sua aneddotica di
parte: la prima ferrata, la notte sul rifugio gelido prima di salire sul
ghiacciaio, l’insolazione di suo padre, la Tridentina fatta a 13 anni e il
guizzo rivolto oggi a una donna che non capisce e non capirà mai: che dici, ci
proviamo?
La survey alle
creature
Scorretti e sleali come i veri innamorati, sul finir delle
vacanze attiviamo la survey di gradimento. Prendiamo le creature a tradimento e
le interroghiamo su quanto fatto, pronti a segnare punti che l’anno successivo
ci consentano di avere alleati nella sempiterna lotta. La grande vuole
rinascere medusa (pare siano semi immortali, non devono sforzarsi a nuotare e
viaggiano con la corrente nei più bei mari del mondo). La piccola giura che non
farà più una gita in alta montagna e neppure un bagno in mare perché la piscina
è molto più sicura. La battaglia, per l’anno venturo, è già aperta.
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