Da Ticino7 del 23 agosto 2019
Alcuni sono partiti da poco, altri devono ancora farlo e
vanno sotto il nome dei temerari che aspettano settembre per fare vacanza. La
maggior parte di noi, invece, sta tornando e si trova stabilmente alle prese
con i postumi di un’abbronzatura cui dedicarsi solo nel fine settimana.
Lentamente il tempo ricomincia a scandire i nostri ritmi, i
giorni della settimana hanno un nome invece di accumularsi disordinati in una
mente troppo occupata a pensare se sia meglio restare sulla protezione 50 o
osare una 30 per gli ultimi giorni. È tutto finito e siamo rientrati con il
nostro cappello di paglia in testa.
Notoriamente angustiata dal tema valigie (che, come avrete
letto qualche Ficcanaso fa, sono l’esame di maturità di noi indecisi e
inconcludenti), ho sempre considerato che partire con il cappello di paglia
fosse un gesto troppo audace. Motivo per cui rimpinzo la valigia di fasce per
capelli e fazzoletti di seta da tempi non sospetti. In fondo che partenza
sarebbe senza qualche buon proposito in valigia?
Poi arrivi in una spiaggia assolata e dopo dieci minuti
capisci che non sopravviverai fino all’ora di pranzo senza qualcosa di vero in
testa. Il baracchino sulla spiaggia, quello che spaccia acqua, infradito,
maschere da sub e cartoline, appare all’orizzonte come un miraggio. Sei una
professionista e vuoi fare di necessità virtù: “Comprerò il più bello, anche se
costa di più, così continuerò ad usarlo”. La stessa frase risuona anno dopo anno
ad ogni latitudine: Croazia, Sardegna, Cuba, Messico, Versilia.
Sul volo di ritorno o sull’autostrada che torna a casa, il
cappello di paglia è lo status eroico di chi non si rassegna ad archiviare la
vacanza, di chi ha addosso ancora tanto sole e salsedine da coprire ogni senso
del ridicolo. Di chi ritorna nel traffico e dice spavaldo: io non vi
appartengo, io sono stato al mare e ce l’ho ancora in testa.
Il tempo di una notte e il cappello della libertà ti appare
un accessorio da mietitore. Ha perso il suo fascino come i capelli bruciati dal
sole: vista mare faceva tanto Marcuzzi ai Caraibi, in città fanno signora
sciatta uscita dalla piscina troppo in fretta.
Il cappello più bello del baracchino finisce nel cimitero dei
cappelli insieme a tutti gli altri. “L’anno prossimo risolviamo alla radice con
un bel Borsalino”. In fondo, che rientro sarebbe senza qualche buon proposito
nell’armadio?
Nessun commento:
Posta un commento