venerdì 3 aprile 2020

Educazione siberiana e lavaggio di mani

Da Ticino 7 del 14 febbraio 2020
«È inutile che tu faccia finta di nulla: so del Coronavirus. Ne hanno parlato a scuola e per capire ho letto sul giornale». A quanto pare del Corona Virus hanno parlato i bambini durante l’intervallo e il giornale trovato in bagno è stato ritenuto attendibile quasi quanto i genitori non allarmisti. «Ce ne hanno parlato anche le maestre, quando ci dicevano che dovevamo lavarci le mani». Interessante, mi sono detta galvanizzata al pensiero di quante possibilità di minaccia e coercizione aprisse la parola epidemia. Ma perché la minaccia e il ricatto (insuperabili metodologie educative) siano efficaci occorre una base di paura e di ignoranza. E nel nostro caso il tema Corona Virus non suscitava né l’una né poteva contare sull’altra. A quanto pare, infatti, l’unica cosa rilevante durante l’intervallo sono i rapporti sociali.
«Le bambine di terza e le bambine di quinta dicono che noi abbiamo i pidocchi e quindi non possono stare con noi». L’isolamento sociale non le turba, prevale una sorta di sollievo per essere lasciate in pace da bambine tiranne, ma la madre che ha già combattuto la buona battaglia non ci sta. «Alle bambine che dicono così dite che i pidocchi si possono debellare, cosa che noi abbiamo fatto. Purtroppo invece la stupidità non può essere debellata. Poi mi fate un elenco di nomi e cognomi e vado a prendere i genitori uno ad uno».
Credo sia stato quello il momento in cui ho capito che il “fregatene e lasciali parlare” non poteva essere più accettato. Abbiamo sempre cercato di evitare i conflitti, siamo pacifisti e troppo pigri intellettualmente e fisicamente per qualunque tipo di guerra. Fino a che le creature non sono finite nella giungla. E noi genitori della casa sull’albero abbiamo scoperto il gusto del coltello tra i denti. Così ci siamo impegnate nel training, frasi semplici e ben chiare pronunciate con la sicurezza che sola può tenere a bada i seccatori. Poi un giorno la grande torna a casa interdetta. «Io e tizia abbiamo litigato. Le ho detto che è lei a dovere cambiare carattere, non io». Forse ho esagerato, pensi mentre cerchi capire come introdurre il tema della morbidezza e dell’importanza sociale del compromesso. «Mi ha detto che sua mamma ha ragione a dire che io sono strana». Sangue gelato. «Sarò strana, ma a me piace come sono». L’autostima, tesoro mio, è il miglior regalo che puoi fare a te stessa per San Valentino.

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