venerdì 3 aprile 2020

Performing love

Da Ticino7 del 18 marzo 2020
Un gentiluomo, tenero, con un look improbabile e affascinante. Ricordando il primo incontro con Ulay, che diverrà suo compagno di arte e di vita per dodici anni, Marina Abramovic raccontava la fascinazione della ragazza ben educata (“io studiavo inglese, studiavo pianoforte, lui lavorava già”) di fronte a un ragazzo rimasto orfano durante la seconda guerra mondiale e già noto nel mondo della performing nel 1976, anno del loro primo incontro ad Amsterdam. Intuiscono di avere bisogno l’uno del corpo dell’altra. Il loro amore diventa un terreno di sperimentazione.
Nei video e nelle foto di repertorio emersi qualche giorno fa, quando Ulay è morto di cancro, ci sono un ragazzo alto, magro, dinoccolato e bellissimo e una ragazza giovanissima, esile e determinata. Per diversi anni Marina e Ulay vivono in un furgone. L’opera si chiama Permanent movement. La performance più famosa è certamente “Imponderabilia” in cui Marina e Ulay sono nudi appoggiati in piedi agli stipiti della stessa porta, si guardano negli occhi mentre il pubblico deve scegliere se dare le spalle all’uno o all’altra per passare. Non ci vuole molto perhé la polizia intervenga a chiudere la mostra. Le sperimentazioni continuano, con performance in cui si schiaffeggiano o si corrono incontro per sbattere l’uno contro l’altra con violenza crescente. Sempre in una vecchia intervista, Ulay racconta che Marina ha una resistenza incredibile quando si tratta di infliggersi qualcosa.
Quando decidono una delle loro performance più clamorose non sanno che sarà l’ultima insieme. Si intitola “The Lovers”. Scelgono di percorrere la muraglia cinese a piedi, partendo da due parti opposte per incontrarsi a metà. Sono tre mesi faticosissimi, a Marina tocca il percorso più impervio. Quando incontra Ulay – racconta nella biografia – scopre che lui era lì fermo da tre giorni, la aspettava nel punto più scenografico in cui farsi fotografare. Nel frattempo, aveva avuto una relazione con l’interprete, che aspettava già un bambino. Sulla muraglia cinese l’amore finisce. La storia dei tradimenti – da entrambe le parti – è ricca e confusa.
“La cosa più triste – scrive Marina nella sua autobiografia – era che fallissimo per il più stupido e banale dei motivi, la vita domestica”. Bisogna avere molta resistenza per infliggersi l’amore.

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