venerdì 28 agosto 2009

La beffa è low cost

Non sono fatta per programmare alcunché. In poche parole: non sono fatta per volare low cost. L'unico aereo conveniente e prenotato con mesi di anticipo partirà domani senza la ficcanaso a bordo. Piuttosto che cambiare la prenotazione è meglio comprare un biglietto ex novo e allora si sta a casa in tranquillità e senza rimpianti. Mi spiace solo non essere lì quando mi chiameranno per nome con urgenza all'imbarco (cosa che sogno fin da piccola), ma forse fa parte della penitenza di viaggiare low cost il partire con un “chi c'è, c'è e chi non c'è si arrangia”. Forse questo viaggio naufragato è merito del mio angelo custode, ancora sconvolto dalla mia velleità di viaggiare con il solo bagaglio a mano, ha voluto risparmiarmi la vergogna suprema di essere respinta al check-in con dito puntato e sguardo accusatorio. Perché la gentilezza, ricordatevelo, non è un gadget compreso nel prezzo se viaggi low cost. Un viaggio che ha il suo decalogo di regole micragnose e divieti pedanti, la cui filosofia è che siccome ti sto facendo un favore a farti salire su un aereo stretto e in cui ci si siede come sul pullman delle medie, facendo a gara a chi sale per primo per prendere il posto migliore, mi sento in diritto anche di costringerti a misurare al centimetro la tua valigia, di impedirti di dare al fidanzato la tua borsetta perché conti come un suo collo (con il mondo così pieno di metrosexual non si vede chi dovrebbe scandalizzarsi per un uomo con Balenciaga rosa chewingum al braccio, ma vabbè) e soprattutto ti impedisco, sommamente ti impedisco, di pretendere alcun tipo di cambio di volo o prenotazione senza spendere una fortuna. Il prossimo viaggio si farà con una qualche compagnia di bandiera. E chiameremo la hostess ogni due per tre per farci portare dell'acqua e rassicurare sul bel tempo proprio come piace a me. E tutto il mondo saprà che non siamo gente a basso mantenimento.

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