domenica 23 gennaio 2011

A letto presto

Capita persino di vedere di passaggio la Marcegaglia da Fazio e andare oltre il pensiero di solidarietà per il tecnico delle luci che si sarà trovato a bestemmiare col golfino della presidente di Confindustria. Capita di passare qualche minuto su Rai Tre la domenica sera e dover andare oltre un dramma di questo genere. Perché Berlusconi ci ha complicato indiscutibilmente la vita. Perché neanche un caffè al bar si può prendere senza sentire favoleggiamenti di festini. Perché nemmeno al mattino presto prima di andare al lavoro si sfugge all'interrogativo sul bunga bunga. Perché proprio adesso che tutto sembra tragicamente svelato il mistero si infittisce. Perché non si può più ordinare un Sanbittèr senza essere guardati come dei pervertiti. Perché ormai Mubarak è noto solo per essere stato contrabbandato come zio di Rubi (e torna in mente Pretty Woman, quando una Julia Roberts in cerca di vestito per andare a cena con Richard Gere, confida alla commessa che quel tizio per cui sta abbandonando la sua tenuta da marciapiede non è mica suo zio, come va dicendo in giro per salvare le apparenze. «Tesoro, non lo sono mai», chiude la commessa poco prima di individuare l'abito da cocktail giusto). Perché non si può più dormire a cucchiaio senza sentirsi dei porcelloni. Perché una Iodosan, che sia poco prima di addormentarsi o dopo cena, è già una notizia di reato. Ma più di tutto c'abbiamo il dente avvelenato perché nel giro di dieci giorni abbiamo dimenticato decenni di retorica vascorossiana di «voglio una vita spericolata». E ci ritroviamo tutti compìti davanti alla tv la domenica sera. A sentire una signora con golfino catarifrangente che porta con fierezza la bandiera di «quell'Italia che va a letto presto».

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