venerdì 23 maggio 2014

Amarsi per più di una settimana

Dal Giornale del Popolo del 23 maggio

Non è tanto il fatto che Claire Underwood dica di aver scelto un uomo che potesse «amare per più di una settimana». È il fatto che lo dica guardando il suo amante bello, idealista, viaggiatore, fotografo e pieno di braccialetti un attimo prima di tornare dal marito, un politico astuto e spietato, a cui ha dedicato la propria esistenza non meno cinica e innamorata del potere. Come ogni grande serie tv che si rispetti, anche House of cards accarezza in eguale misura la parte più romantica e quella più cinica di noialtri, incollati ormai agli intrighi che ruotano intorno alla signora Underwood e a suo marito Frank, deputato del congresso americano e presto vicepresidente, il cui motto inconfessabile è che la democrazia è enormemente sopravvalutata. In questa serie eccezionale non c'è distinzione tra buoni e cattivi, così la splendida Claire (una Robin Wright di eccezionale bellezza) si rivela ben presto non essere affatto l'alter ego buono del marito (un Kevin Spacey che inizierete a sognare di notte), ma, esattamente come lui, un impasto incredibile di ideali e bassezze, con le seconde nettamente maggioritarie sui primi in nome dell'ambizione. In quelle sere passate sul divano con gli Underwood vi sentirete alternativamente migliori, peggiori e pericolosamente identici a loro. E rischierete di passare in rassegna gli artistoidi idealisti cui concedeste il vostro cuore secoli fa, domandandovi se avrebbero mai potuto superare la regola della settimana di Claire Underwood.

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