giovedì 22 maggio 2014

Born to be unfamous

Dal Giornale del Popolo del 16 maggio

Ce la vedete Pippa Middleton a schiaffeggiare il principe William in ascensore all'uscita da un party, mentre Kate assiste immobile e sfodera un sorriso composto all'uscita, mentre i fotografi scattano e il maschio picchiato si accarezza attonito la guancia? E come reagirebbe Gisele Bundchen se la sua sorella gemella, certo non brutta, ma più bassa di lei di venti centimetri buoni, schiaffeggiasse il cognato giocatore di football? E se Cecilia Rodriguez si avventasse come una furia su Stefano De Martino sotto gli occhi di Belen? Ecco, per capire cosa sia successo davvero in quell'ascensore di New York tra Jay Z, marito di Beyoncé, e sua cognata Solange, non basta accertare la dinamica dei fatti (che pure ci terrà incollate per settimane ai migliori siti di gossip), ma bisogna scomodare tutta la psicologia da quattro soldi che conosciamo per analizzare il rapporto tra sorelle famose. Essere sorelle di, per una vita, non sarebbe male se non ci fosse la tortura della didascalia. Quella che specifica che siete gemelle, in una foto in cui tu e lei sembrate Stanlio e Ollio, e poi che sei vestita leggermente peggio di quel giorno in cui tua sorella sposava un principe e persino tu, per un giorno, sei sembrata bellissima a tutto il pianeta. O ancora quella che ti descrive come la sorella “unfamous”, come avviene in tutte le ultime immagini di Solange (sorella di Beyoncé). E spiegatemi se non prendereste a schiaffi il primo che capita, ma ancora più volentieri quello che la sorella perfetta l'ha persino sposata, scegliendo consapevolmente una condizione che a voi è stata imposta dal destino.

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