venerdì 24 aprile 2015

La funzione sociale della moda: tracciare il confine tra chi può e chi non può

Dal Giornale del Popolo del 17 aprile
Formalmente era un giro negli eventi milanesi collegati al Salone del Mobile, in realtà si trattava di una spedizione culturale notturna, per capire dove stiamo andando e prendere il polso a tutto quel mondo indie e creativo che affolla eventi di questo genere. Abbiamo scoperto che gli occhiali da nerd vanno ancora di moda e più sono grandi più sono giusti ma ormai il nero è un colore superato: ora tocca barcamenarsi tra colori marroni, beige e tutto quello che indossavano da giovani i nostri genitori e che, appena qualche anno fa, ci faceva sorridere nelle foto d'epoca. E poi abbiamo avuto la conferma che nel mondo dei veri fighetti alternativi i sandali si portano col calzino. E i jeans sono a vita altissima, le scarpe da tennis si portano con le gonne, gli zainetti in spalla e in testa turbanti o fasce per capelli. Stanno arrivando, implacabili come uno tsunami, anche gli zoccoli: di legno, soprattutto. Ancora una volta, insomma (e il giro del Salone del mobile lo conferma in quanto vetrina privilegiata di una certa avanguardia antropologica), torna di moda tutto ciò che è largamente antiestetico. Gli zoccoli, gli occhialioni, i jeans ascellari, la zeppa. È la moda, bellezza. Spietata e irraggiungibile e con l'unica funzione sociale di tracciare il solco tra chi può permettersi certe antiesteticità e chi non può farlo ma ci prova, risultando immancabilmente sciatto anziché alternativo. Il confine, come sempre, è labile. E questo rende le nostre spedizioni molto più divertenti.

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