venerdì 15 gennaio 2016

Un parrucchiere per ogni ospedale

Dal Giornale del Popolo del 15 gennaio
Gli amici. Vi dimostrerò che sono pienamente figlia di questo nostro tempo notando subito che non sono quelli di Facebook. Poi, osservazioni da quattro soldi a parte, sappiamo tutti che spesso trattiamo gli amici del mondo reale come quelli di Facebook: con dei mi piace generici alle loro esternazioni. Poi ci sono altri amici; sono quelli per cui faremmo di tutto. Tanti di noi si scervellano per scegliere la scuola migliore per i propri figli e alla fine arrivano a concludere che la cosa più importante saranno gli amici che incontreranno. Quelli a cui chiederanno aiuto e a cui lo offriranno nel momento del bisogno. Tutta questa tirata e per dire che io in questi giorni mi sono regalata una vacanza in un ospedale del Canton Zurigo per dare assistenza a un'amica. Ho riesumato il tedesco dell'Università, ma quando l'amica aveva la nausea è stato molto più efficace il gioco dei mini per spiegare tutto all'infermiera. In ospedale abbiamo portato la lima per le unghie e lo smalto; recensito tutti i pigiami delle altre pazienti e passato le lunghe ore in sala d'attesa a fare dei selfie (tutti impubblicabili). E poi abbiamo riflettuto sulla grande dimostrazione di civiltà che la Svizzera offre in tutti i suoi ospedali: il parrucchiere. L'ultima volta che sono andata da mia mamma in ospedale ero partita con spazzola, phon e bigodini (ottenendo un risultato modestamente eccezionale). Ma questa volta non è stato necessario. Perché tornare a casa sani è la cosa più importante; ma tornare coi capelli in ordine è la cosa più rassicurante. E qui chi costruisce ospedali lo sa.

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