venerdì 29 luglio 2016

Cuore di babbo

Dal Giornale del Popolo del 15 luglio

Prima di Edipo, prima di Freud. Mi domando se ci vogliano tutti questi riferimenti alti per motivare ciò che ogni figlia femmina sa nel profondo del suo cuore: non ci sarà maschio, marito, compagno, flirt che eguaglierà la nobiltà d'animo, la simpatia, la leggerezza dei nostri padri. Quelli che non hanno paura di niente perché hanno una fede sincera nella vita, quelli che ci riempiono di contanti, formaggi e salumi ad ogni viaggio come se partissimo per la guerra. Prima o poi i maschi che frequentiamo si scontrano con tutta quella generosità, si sentono minacciati, chissà, forse nel loro ruolo di maschi della specie. Loro, quelli moderni che spingono le donne a lavorare, quelli che si vantano di aver imparato a caricare la lavastoviglie come se significasse scalare il K2, quelli che sanno aggiustare cose in casa e pulire il filtro dell'aria condizionata. Loro, che sembrano non aver nulla da invidiare a chicchessia, prima o poi un piccolo scontro coi nostri padri irraggiungibili non possono che averlo. Non capiscono che soldi, salumi e consigli ce li darebbero anche se noi fossimo miliardarie, vegetariane, intelligentissime e assennate. Perché un padre, un babbo, a una figlia femmina dà tutto perché la generosità è la cifra del suo carattere e la misura infinita del suo amore. Non c’è nulla di edipico in tutto questo perché nessuna di noi cerca suo padre nel maschio che frequenta o che sposa. Ogni volta ci diciamo che solo madri come le nostre possono sopportare padri come i nostri. E però quando li guardiamo negli occhi, quei padri, sappiamo che non c’è abbraccio forte e sicuro come quello che un babbo riserva alla sua (eterna) bambina.

Nessun commento: