martedì 12 luglio 2016

The floating pears e quell'opera d'arte che si chiama amicizia

Dal Giornale del Popolo del 30 giugno

C’è chi è partito all’alba, chi si è messo in macchina nel cuore della notte, chi ha preso un giorno di ferie infrasettimanale cercando di evitare ciò che è parte integrante dell’attrazione: la gente. C'è chi ci è andato apposta per lamentarsi dei disservizi dei treni, c'è chi non ci è andato in protesta contro l'arte, la contemporaneità, l'arte contemporanea e il popolo bue che si mette in fila per camminare su una passerella arancione. In ogni caso non c'è categoria che non abbia sentito il dovere di esprimere sui socia la propria opinione sulla passerella di Cristo sul lago d'Iseo. Noi sciocchi che siamo rimasti a casa senza nessuna motivazione ideologica abbiamo spulciato le bacheche e i profili di tutti i nostri conoscenti, scoprendo di avere accanto grandi esperti d'arte camuffati sotto le spoglie di gente normale. Qualcuno ha appoggiato Vittorio Sgarbi, qualcuno Philippe Daverio, c'è anche chi ha tirato in mezzo la decadenza culturale dell'Occidente. E poi c'è chi mi ha portato a casa un pezzo del tessuto arancione che ricopre The Floating Piers. Regalandomi la possibilità di un selfie. E ho pensato che l'amicizia è davvero un'opera d'arte.

Nessun commento: