martedì 12 luglio 2016

Sentirsi in pace, facendo un puzzle

Dal Giornale del Popolo dell'8 luglio

È il periodo delle libertà. Libertà di stare in vacanza e immortalarsi felici sui social, libertà di mettersi in costume e rivendicare la propria forma fisica non perfetta. Le ultime sono state Emma Marrone e Clio di Clio Make Up, entrambe ansiose di raccontare a tutti quanto sono in pace col proprio corpo. Qualcuno le ha criticate, qualcuno le ha ammirate, in tutti i casi l’istinto di molte di noi è stato: e io? E io, se fossi famosa ed esposta a continue fotografie a figura intera con tanto di impietosi paragoni con l’anno precedente, cosa farei? In fondo leggiamo i giornali di gossip, guardiamo gli altri sui mezzi pubblici, spiamo le loro immagini sui social o le zeppe della vicina, rabbrividendo per il rumore del rimando del tallone sudato sulla scarpa, per pensare: sono così anche io? Quei sandali che ho comprato con tanto entusiasmo fanno lo stesso, insopportabile, rumore? Guardiamo gli altri per guardarci allo specchio, sentirci migliori o peggiori, ma comunque, avere un metro di paragone, perché alla fine siamo più interessati a noi stessi che a qualunque altra cosa. Forse dovremmo ricominciare tutti a disegnare. Come la bambina di quattro anni che ieri si è scusata: mi spiace ma ti ho fatto meno bella di me nel disegno e anche più piccola. Adesso il più grande del disegno è il padre della bambina, quello che le insegna il metodo infallibile per fare i puzzle che lei applica con rigore, mettendo prima in fila tutti i pezzi di contorno. Probabilmente la mamma tornerà più grande del disegno quando imparerà a fare i puzzle. O almeno a non fare rumore con i sandali d’estate. 

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