sabato 17 marzo 2018

I regali da cambiare

Dal Giornale del Popolo del 29 dicembre

Corsette da 5km e 350 calorie. In pratica una fetta di panettone, una sola, senza considerare quelle “briciole” ingurgitate per puro altruismo: vorrai mica buttare nel bidone pezzi ancora buoni da mangiare? Regali non consegnati da conservare o, eventualmente, dirottare su parenti o amici di cui ti eri dimenticata. Recupero cene e saluti con cugini lontani. E poi, tra le incombenze di quei giorni sospesi che collegano Natale e Capodanno, non può mancare il cambio dei regali sbagliati. Dev’esserci una legge strana che relaziona in maniera direttamente proporzionale l’età con la necessità di cambiare i regali ricevuti. Di certo a sei anni non potevo andare a cambiare Indovina Chi, né mi sarei sognata di farlo. Lo stesso dicasi per la borsa di Prada che mi portò la Befana intorno ai 20. Oggi mi guardo allo specchio e, pur non avendo neppure quarant’anni, dovrà cambiare almeno due regali. Il terzo, l’unico che dovrei cambiare all’istante, devo tenerlo per non sconvolgere equilibri di geopolitica familiare: vuoi buttare all’aria una famiglia per un accappatoio rosa maiale a collo alto?! Certo che no. Così cambierò solo il vestito mongolfiera che mi ha regalato mia madre, dandomi un dolore tremendo. Certo, anni fa mi regalò un trapano distruggendo ogni magia del Natale; ma quest’anno il vestito da signora sovrappeso è davvero troppo. Ti guardi allo specchio, al ritorno dalla corsetta salva-coscienza e solletica-panettone, e ti domandi: dove ho sbagliato? Che cosa ho fatto in meno di 40 anni di vita per lasciare intendere al prossimo che sono una che apprezza la lana cotta o i vestiti comodi? Ho pensato a tutto questo con sconcerto e dolore. Avvolta nel mio accappatoio rosa maiale con maniche a pipistrello e bottoni sul davanti. Gli esami di coscienza, sapete, sono roba da maneggiare con cautela.



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