Dal Giornale del Popolo del 29 dicembre
Corsette da
5km e 350 calorie. In pratica una fetta di panettone, una sola, senza
considerare quelle “briciole” ingurgitate per puro altruismo: vorrai mica
buttare nel bidone pezzi ancora buoni da mangiare? Regali non consegnati da
conservare o, eventualmente, dirottare su parenti o amici di cui ti eri
dimenticata. Recupero cene e saluti con cugini lontani. E poi, tra le
incombenze di quei giorni sospesi che collegano Natale e Capodanno, non può
mancare il cambio dei regali sbagliati. Dev’esserci una legge strana che
relaziona in maniera direttamente proporzionale l’età con la necessità di
cambiare i regali ricevuti. Di certo a sei anni non potevo andare a cambiare
Indovina Chi, né mi sarei sognata di farlo. Lo stesso dicasi per la borsa di
Prada che mi portò la Befana intorno ai 20. Oggi mi guardo allo specchio e, pur
non avendo neppure quarant’anni, dovrà cambiare almeno due regali. Il terzo,
l’unico che dovrei cambiare all’istante, devo tenerlo per non sconvolgere
equilibri di geopolitica familiare: vuoi buttare all’aria una famiglia per un
accappatoio rosa maiale a collo alto?! Certo che no. Così cambierò solo il
vestito mongolfiera che mi ha regalato mia madre, dandomi un dolore tremendo.
Certo, anni fa mi regalò un trapano distruggendo ogni magia del Natale; ma
quest’anno il vestito da signora sovrappeso è davvero troppo. Ti guardi allo
specchio, al ritorno dalla corsetta salva-coscienza e solletica-panettone, e ti
domandi: dove ho sbagliato? Che cosa ho fatto in meno di 40 anni di vita per
lasciare intendere al prossimo che sono una che apprezza la lana cotta o i
vestiti comodi? Ho pensato a tutto questo con sconcerto e dolore. Avvolta nel
mio accappatoio rosa maiale con maniche a pipistrello e bottoni sul davanti.
Gli esami di coscienza, sapete, sono roba da maneggiare con cautela.
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