venerdì 8 giugno 2007

Fabbri vs Paris

dal GdP dell'8 giugno

Hanno gli hamburger più buoni del mondo. Hanno il burro di arachidi, che in realtà è una schifezza, però si vede in tanti film e quindi noi siamo costretti a invidiarglielo. Hanno quella sorta di luna park gigante che è Las Vegas, mentre noialtri non avremmo mai il coraggio di sostenere con impudenza e convinzione che Eurodisney è una città a tutti gli effetti. Hanno gli Oscar con un godibilissimo indotto di red carpet, che noi non raggiungiamo neanche mettendo insieme il fascino da vecchia Europa dei vari Cannes, Berlino, Locarno e affini. Hanno New York, la città che non dorme mai e lavora sempre; noi abbiamo Parigi che è la città dell'amore; ma chi non lavora non fa l'amore e quindi alla fine se non ci fosse una New York una Parigi non avrebbe senso. Hanno una campagna presidenziale che fa rumore anche da noi, quindi succede che i nostri politicanti tifino per il candidato democratico o quello repubblicano; mentre a un candidato democratico o repubblicano non gliene può fregare di meno di chi regni a Parigi, a Berlino o a Roma (male che vada mezzo governo ce l'hanno sempre dalla parte loro). Loro hanno Angelina Jolie e Brad Pitt, noi ormai neppure più Al Bano e Romina. Gli americani sono in tutto superiori a noi pusillanimi della zona euro. E però la loro cavolo di ereditiera Paris Hilton ha resistito in cella appena tre giorni. Il nostro fotografo Fabrizio Corona ci è stato ottanta giorni. Non sappiamo se Paris sia stata incarcerata da un magistrato di nome Mario Rossi, ma Fabbri ha resistito alle angherie di un Henry-John Woodcock, è uscito dal carcere più abbronzato che dopo un soggiorno a Miami, s'è fatto fotografare in mutande in pose da sexy detenuto in carcere, s'è fatto tatuare il numero della cella, ennesima opera d'arte sul suo fisico statuario. Si facciano da parte 'sti americani. Al torneo dell'eroe tamarro vinciamo noi in scioltezza. "Yankee go home".

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