venerdì 1 febbraio 2013

Beckham, Balotelli e l'utilità sociale dello sport

Dal Giornale del Popolo dell'1 febbraio

Magari qualche fantasioso programma di scali poteva farli incrociare in aeroporto per la gioia dei metal detector ormonali delle loro fan. In realtà non si incroceranno se non per il destino che li vuole entrambi sportivamente in viaggio. David Beckham dall'America alla Francia e Mario Balotelli dall'Inghilterra all'Italia. Il collega esperto dice che in Francia, il nostro bel David, porterà sponsor e tanta attenzione mediatica, perché, lo vediamo anche noi che pure siamo ancora accecate dalle sue innumerevoli pubblicità in mutande, anche se non li dimostra il ragazzo un po' di anni sul groppone li ha eccome e non si può sperare che in campo faccia chissà che. Perché si sa che ai giocatori di calcio accade quello che succede a noi ragazze, che quando smettiamo di essere  ragazzine cominciamo ad essere apprezzate per la simpatia. Ma Beckham è un po' la Lollobrigida del calcio e sembra supplire con il suo infinito fascino all'andare del tempo. I maschi cinici sorridono dicendo che è un'operazione di marketing che serve per le cretine come noi che probabilmente potrebbero iniziare ad accendere la tv nei momenti giusti se qualcuno li rassicurasse che il gesto di togliersi la maglia dopo i goal è tornato di moda. Chi di certo da questo punto di vista non ci farà mancare niente è Mario Balotelli, che un risorto Silvio Berlusconi ha ingaggiato nella speranza di trasformare i tifosi in elettori. Noi siamo pronte a nutrirci dell'indotto gossipparo che ne deriverà e per una volta cambiamo idea per un buon motivo. Il calcio, ogni tanto, è davvero uno sport socialmente utile.

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