venerdì 12 febbraio 2010

Ruoli al chiodo

Dal Giornale del Popolo del 12 febbraio
Arrivi in ufficio tardi «perché scusate avevo in casa l'idraulico» e si sprecano risatine e fantasticherie su improbabili scenari da commedia sexy. Non serve spiegare che siamo nel 2010 e le maestranze non fanno più gli occhi dolci alle ragazze sole in casa, le quali a loro volta non si fanno trovare in accappatoio, o meglio hanno smesso di farlo quando hanno capito che non avrebbe in alcun modo ammorbidito la fattura. Ad ogni modo una settimana con gli operai in casa è più istruttiva di anni buttati all'università. Il muratore, per esempio, è d'accordo con mio padre, il quale a sua volta è d'accordo con mia madre, la quale guarda caso la pensa esattamente come l'idraulico: non c'è niente che ti impedisce di piantare un chiodo o fissare degli sportelli al muro, in questo mondo in cui persino gli uomini passano l'aspirapolvere. Il muratore dice che lui le camicie le stira in casa, «certo, ci metto mezz'ora ma lo faccio». Il che mi ricorda quello che mi disse il taxista la settimana scorsa: «Signorina, io sono un uomo d'altri tempi e se mia moglie mi tradisce l'ammazzo. Però i mestieri in casa li faccio. Però se mi tradisce l'ammazzo». Solitamente alla fine di questo manifesto di pensiero casalingo ti guardano tutti con aria di rimprovero e soddisfazione: ma non avete voluto la parità? Tu vagli a spiegare che non l'hai chiesta a nessuno, la parità; e anche fosse l'hai fatto chiedendo esplicite deroghe per tutto ciò che avesse a che fare con trapani, chiodi, macchine da spostare, motorini da far ripartire e tutto ciò che potesse rovinare la manicure. Non serve, nel loro mondo è tutto equamente diviso: se io stiro, tu pianti il chiodo e così via. Però nell'ordine mentale delle maestranze non è contemplato l'imprevisto postmoderno della donna che con un ferro da stiro in mano non sa cosa fare. A parte appenderlo al chiodo.

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