Dal Giornale del Popolo del 15 settembre
Oltre al nuoto obbligatorio – ritenuto lo sport più completo
dalle madri di ogni dove – negli anni della mia infanzia ho praticato numerosi
sport dimostrando in ciascuno di essi una inettitudine pressoché totale. Il mix
tra avversione alla competitività e spiccata non agilità spaventava ogni mio
potenziale compagno di squadra. Così nell’ora di ginnastica a scuola restavamo
sempre in due, le più scarse della classe, a non essere scelte dalle compagne
più atletiche e sportive in qualunque tipo di sport. Si trattasse di pallavolo,
basket o calcetto eravamo gli elementi che nessuno voleva in squadra. Io e la
compagna di scuola antisport siamo diventato grandissime amiche, ma il rapporto
con lo sport non è cambiato. Sicché oggi, come ogni antisportiva che si
rispetti, penso con grande concentrazione all’attività a cui introdurre le mie
bambine. Abbiamo prenotato la lezione di prova di nuoto, ginnastica artistica e
ginnastica ritmica. Per la danza ci stiamo organizzando. A portarle e andarle a
prendere penserà un team logistico composto per l’occasione. Compreremo tutto
quello che c’è da comprare, le vedremo agili o inadatte, competitive o, in
perfetta sintonia con i geni materni, avverse ad ogni tipo di agonismo.
Settembre, del resto, è il mese delle prove, delle decisioni, dei cambi
dell’armadio che improvvisamente diventano urgenti e della nostalgia
dell’estate che viene sepolta dalla quantità di cose da fare e da organizzare.
Non ci resta che sperare che, in qualunque tipo di palestra scelgano di andare,
trovino dei buoni amici. E se ne ricordino una volta cresciute.
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