domenica 26 novembre 2017

Settembre è il mese in cui ci credi

Dal Giornale del Popolo del 22 settembre
Tutto sta nel passare settembre. A pensarci bene questo nuovo lavoro, che in settembre sembra fatto apposta per farti abdicare alla vita e alla presentabilità (sì, non si vede ma scrivo di fianco al sacchetto vuoto di Pan di Stelle divorati compulsivamente), sembra fatto apposta per ricordarmelo. Settembre è il mese della resa dei conti, è il mese a cui rimandi la definitiva sistemazione di tutto quanto. È il mese in cui non pensi soltanto a dimagrire e a fare un po’ di sport, ma in cui acquisti piani di allenamento su internet che prevedono sessioni tre volte a settimana. È il mese in cui pensi seriamente che sia ora di dire basta agli acquisti da Cos e H&M per convertire tutto quel low cost nella borsa di Chanel che ti meriti. E non mettetevi a fare i conti su quanti stracci da pochi soldi servano per fare una catena di una borsa di Chanel. Settembre non è questo. Settembre non è il realismo e non è neppure la determinazione. Settembre è la forza di volontà, è il mese del lancio ardito del cuore oltre l’ostacolo del realismo. Settembre non è come maggio, con quell’aria frizzantina già di mare che ti fa strisciare la carta di credito per acquistare creme anticellulite miracolose e super veloci. Settembre è il mese in cui non pensi a correre ai ripari ma alle soluzioni definitive. Settembre è il mese in cui inizii una dieta equilibrata, combatti la ritenzione idrica, usi la crema idratante pensando che lo farai tutto l’inverno. È il mese in cui ci credi, come tutte le cretine che si innamorano di maschi artisti e aitanti, e pensi che ce la farai. Settembre è il mese in cui pensi di consolarti della fine di agosto con programmi seri, grandi obiettivi, grandi libri. Settembre è il mese in cui inizi con Bulgakov. E finisci con Camilleri. 



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