giovedì 10 settembre 2015

In un litigio le osservazioni sull'età sono colpi sotto la cintura

Dal Giornale del Popolo del 30 luglio 2015

«Hai 35 anni, contieniti». Forse fino alla vecchiaia cercherò di capire se mi abbia offeso più la prima parte della frase o la seconda. Abbiamo sempre pensato, celandolo sotto l'indifferenza, un fondo di ammirazione per i maschi. Innamorati o indifferenti che fossero, sono sempre stati una certezza. Sapevamo che ogni arrabbiatura andava condivisa con le amiche di sempre e poi ripresa in mano con loro. Perché non c’è niente come la definitività di un maschio per analizzare i problemi con lucidità. Come sempre, però, a fregarci è l’immaginario costruito dai film. Quelli in cui si litiga e si discute ma ci si abbraccia al momento giusto, un attimo prima di dire una cosa che scaverà dentro il cuore e il cervello per tutta la notte successiva. Peccato davvero che nella realtà non ci siano i titoli di coda e i cavalli bianchi non siano così veloci e i principi azzurri siano così scarsamente dotati di tempismo. Abbiamo i maschi veri, quelli che improvvidamente discutono con noi e per un attimo sembrano giustificare persino le più grandi cattiverie di un capo dispotico. Se una donna piange disperata e singhiozza vuole solo che un maschio la abbracci e la stritoli d'amore a fare da corazza a un mondo di gente senza cuore. Soprattutto: una donna non può sentirsi rinfacciare la sua età come incentivo al contegno. Altrimenti non resta che buttarsi sul prosecco e il contegno va a farsi benedire.

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