giovedì 10 settembre 2015

Intolleranti agli allergici

Dal GdP del 28 agosto

Nel girone degli allergici, io, non ci ero mai stata. A casa mia l'unica fragilità conosciuta era quella della mia pelle candida, che si ustionava al sole ogni anno. Per il resto la mitologia familiare racconta di mia sorella che da neonata si svegliava cantando e crescendo mangiava di tutto, come me del resto. Siamo venute grandi in un momento in cui le intolleranze non erano di moda e abbiamo geni estranei al fenomeno dell'allergia. Mio padre è ancora convinto che la vita sana e l'aria del paese siano una seria terapia contro ogni tipo di malattia: racconta ancora con soddisfazione l'episodio mitologico di quella volta che una spina di pesce gli rimase nella gola per giorni. In nessun modo riusciva a toglierla, poi il giorno prima di tentare all'ospedale uscì per il suo solito giro di 80 kim in bici di corsa: «Sono tornato e la spina non c'era più!». Il mio pedigree genetico allergicamente a prova di bomba mi rende ancora più disorientata in questo mondo fatto di antistaminici, starnuti, dermatiti allergiche, polveri viste come il demonio e pollini temuti con settimane di anticipo. Il giorno in cui la bambina ha vomitato i cappelletti della zia, perché pieni di uova e formaggio a cui poi si è scoperta allergica, abbiamo provato la nostra prima, enorme, delusione. Ora ci manca solo che da grande diventi vegetariana.

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