venerdì 21 aprile 2017

A volte avere torto è bellissimo

Dal Giornale del Popolo del 7 aprile 2017
Comincia uno che alza la testa timidamente: “Cliegia al plurale fa?”. Chi controlla su Google senza dirlo, chi scuote la testa dicendo che non è possibile andare avanti così perché il computer ci ha reso tutti ignoranti, chi alza una mano con la soluzione che mette tutti d’accordo: “Ma sì ormai sono accettati entrambi i modi di scrivere”. Cominciamo con la grammatica delle elementari “Su qui, quo e qua l’accento non va”, “di, a, da, in, con, su, per, tra, fra”, cercando nella memoria di quelle cantilene imparate da piccoli una risposta ai dubbi di oggi. Ci salvano, appunto, soltanto quelle frasi fatte che la maestra di secoli fa ci ha fatto entrare in testa, tutto il resto sono dubbi e incertezze e ricerca disperata di una regola che ci orienti e ci faccia fare la figura, se non degli acculturati, almeno dei meno ignoranti della compagnia. Speriamo che ai nostri bambini non tocchi in sorte tanta ignoranza, ma sappiamo che molto probabilmente le nostre speranze sono vane. Perché sapranno molte parole in inglese, che gli insegnano fin dall’asilo (“giallo si dice IELLON, l’ho imparato oggi, mamma") ma poche regole grammaticali e pochi congiuntivi. E mentre ci disperiamo arriviamo a casa. E sul tavolo c'è una poesia: "È quella di Pasqua, l'ho imparata a memoria perché tu la potessi ascoltare". A volte avere torto è bellissimo.



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