venerdì 21 aprile 2017

Dei David di Donatello e di un grande momento di teatro in tv

Dal Giornale del Popolo del 31 marzo 2017
A forza di fare scorpacciate di tv spazzatura siamo diventati ansiosi di mostrarci spettatori intelligenti, in grado di “riconoscere” - nel piccolo schermo – ciò che è vero e ciò che è finto. Come se davvero importasse. Arrivando al punto vorrei dirvi che la performance di Valeria Bruni Tedeschi sul palco dei David di Donatello è stata meravigliosa. I David di Donatello sono gli “Oscar” del cinema italiano e Valeria Bruni Tedeschi (sorella di, sia detto per dare ancora lavoro alla sua psicanalista) è salita sul palco per ritirare il premio come miglior attrice ottenuto grazie a La Pazza Gioia, film di Paolo Virzì in cui interpreta, al fianco di Micaela Ramazzotti, una donna malata di mente. Salendo sul palco Valeria ha ringraziato l'analista, gli uomini che l'hanno amata e quelli che l'hanno abbandonata, l'amichetta che ha condiviso con lei la focaccia il primo giorno di scuola facendola sentire meno sola. Il dibattito (se di questo si può parlare) si è scatenato perché a tanti è sembrata pazza davvero. Pazza come la protagonista del film, non in grado – come siamo tutte noi in certe sere devastanti ma meravigliose – di dire una parola senza piangere e ridere insieme. È stato un grandissimo momento di televisione e di teatro e, francamente, non si capisce cosa c'entrino la verità e un improbabile fact checking delle emozioni. Diversi Sanremo fa un tizio minacciò di buttarsi dalla balaustra dentro l'Ariston e l'eterno Pippo Baudo corse in diretta a salvarlo. Oggi non so ancora se la scena fosse scritta nel copione oppure no. Immagino di sì ma mi interessa relativamente. Nessuno di noi, durante la Traviata, corre sul palco a verificare che Violetta abbia smesso di respirare. È perché lo stesso spettacolo va in scena da qualche centinaio di anni? Perché abbiamo imparato a conoscerlo? O perché abbiamo imparato a godercelo? Un'altra domanda e arrivo alla filosofia, citando la tragedia greca come se gli studi classici mi fossero serviti. Ma mi fermo e ringrazio i David di Donatello per averci dato un meraviglioso momento di teatro e di tv, nell'anno disgraziato in cui persino alla Cerimonia degli Oscar hanno fatto irrompere alla realtà con la storia della premiazione sbagliata a La La Land.



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