venerdì 21 aprile 2017

Il nostro contributo al dibattito sulla post verità

Dal Giornale del Popolo del 3 febbraio 2017

“Tu cosa ne sai delle regole dell’asilo? Tu mi porti e poi te ne vai, io invece ci rimango tanto tempo, quindi le so io le regole dell’asilo”. Le discussioni in punta di diritto le facciamo alle sette e mezza del mattino, dopo aver lungamente dibattuto su quale sia l’abbigliamento adatto per andarci, all’asilo; dopo aver scartato abiti con lustrini che abbiamo limitato alle feste comandate e cerchietti improbabili con fiocchi da uovo di Pasqua in testa. Al colloquio la maestra, che parrebbe più titolata a conoscere le regole dell’asilo visto che ci passa un congruo numero di ore giornaliere, spiega che ci capisce molto bene. Che certe battaglie dialettiche con la quattreenne avvocatessa in erba le ingaggia anche lei. Spiega che comunque è una brava bambina, molto precisa, attenta, piena di fantasia, con le idee molto chiare su quale sia il compagno dell’asilo con cui convolerà a nozze tra molti anni (“No, non voglio invitarlo a giocare a casa mia. Tanto da grandi ci sposeremo e avremo tutto il tempo”). Spiega che è molto educata e che le piacciono molto le storie. Noi ci domandiamo quale figlia abbia conosciuto e osserviamo con mestizia che probabilmente è soltanto con noi che rivendica diritti e regali (“Non è giusto che tu lavori tutto il giorno e poi ci fai vedere solo un cartone. Bisogna trovare una soluzione che vada bene a tutti e quindi si fa come dico io”). “Comunque si vede che è una bambina molto seguita”, conclude la maestra; dando un contributo inconsapevole ma significativo al dibattito sulla post verità. incredulo. 

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