Dal Giornale del Popolo del 17 febbraio 2017
Generalmente, quando andiamo al
ristorante, ci armiamo di giochi, matite, penne e colori.
Puntualmente il colore che serve alle creature è quello rimasto a
casa. Oppure quel punto di blu che la sorella sta utilizzando è che
ovviamente serve a entrambe nello stesso medesimo istante. Pur di non
farle schiamazzare in luogo pubblico estraiamo dalla borsa di tutto,
i più sfrontati di noi - genitori pronti a chiudere un occhio sulla
presentabilità educativa per non perdere quella sociale - estraggono
il cellulare e consumano tutti i Giga del proprio abbonamento per far
tacere le creature con un cartone. Farle tacere è spesso l'unica
preoccupazione che abbiamo in luogo pubblico. Come all'ultimo
matrimonio, quando la quattrenne ha esternato ad altissima voce il
suo scontento per la bomboniera: "Ma mamma il regalo è
bruttissimo", ha detto a portata di orecchie di troppe persone
estraendo il crocifisso fatto a mano scelto dagli sposi. E noi, che
le mandiamo pure a scuola dalle suore, ci siamo messi una mano sulla
coscienza, pensando a quel ristoratore di Padova, che ha applicato
uno sconto "bimbi educati" a una comitiva i cui figli
facevano le tabelline mentre gli adulti mangiavano. Chissà quando
arriverà lo sconto per noi, genitori confusi che non sappiamo come
far abbassare i toni ai pargoli.
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