venerdì 21 aprile 2017

Leotta contro Balivo, o del vallettismo che torna a Sanremo (per fortuna)

Dal Giornale del Popolo del 10 febbraio 2017
Chi legge da tempo questa rubrica sa che non si scappa: oggi ci tocca parlare di Sanremo. Per ribadire il nostro amore in questo tradizionale evento televisivo, per batterci valorosamente contro chi lo disprezza, per ribadire la libertà di chiunque di vestirsi come accidenti gli pare, anche (e soprattutto) di procaci giornaliste che si presentano con un abito che possono permettersi per parlare di violazione della privacy. Il catfight social è noto. Diletta Leotta, giornalista Sky di esagerata bellezza, si presenta sul palco dell’Ariston, non già per adornarlo con la sua avvenenza, ma per parlare di un caso di hackeraggio del suo telefono che l’ha portata, diversi mesi fa, a vedere spiattellate ovunque alcune sue foto osè scattate nell’intimità. L’idea - discutibile – di andare sul palco dell’Ariston a parlarne è stata aspramente criticata da Caterina Balivo, presentatrice Rai, che ha twittato che non si può parlare di privacy con un vestito tanto provocante. La cosa ha scatenato una bufera e pure noi poveracci in sala mensa, il giorno dopo, ci stracciavamo le vesti. La sottoscritta difendeva ovviamente a spada tratta la signorina Leotta di fronte a un nutrito gruppo di uomini e donne baliviste. Leotta contro Balivo e un po’ bionda contro mora, pin up contro ragazza normale, procace contro seriosa. E non possiamo che tirare un sospiro di sollievo all’idea che questo festival scandalosamente privo di veline scateni del vallettismo alla bisogna. Quanto meno su Twitter.



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