giovedì 24 agosto 2017

La ficcanaso e il bagnino: una storia vera


Dal Giornale del Popolo del 7 luglio 
Può un amore finire per problemi di grammatica? La domanda, per niente banale, ha fornito lo spunto per una riflessione del New York Times. Del resto non si vede perché oggi, che usiamo emoticon e faccine per parlarci, dovremmo dimenticare le buone regole della nostra cara amata lingua. Ai tempi in cui non usavamo ancora WhatsApp e i cellulari, di vecchia generazione, non disponevano di controllo ortografico (dunque miliardi di anni fa) sono uscita - udite udite - con un bagnino. Piacevole, simpatico fino al giorno dopo quando mia mandato un SMS. "Sei tu con i tuoi occhi che mi ai conquistato". Mentre scrivo il correttore corregge quell'acca che il povero bagnino ha avuto l'ardire di dimenticare e manualmente devo correggere il testo perché sia scorretto. Per i miei lettori specificherò che trattavasi proprio di un bel ragazzo, di quelli che già allora sapevo non mi sarebbero più capitati nella vita. Eppure quell'acca dimenticata ha spezzato la poesia, togliendo al bagnino la possibilità di spezzarmi il cuore. Oggi, che ripenso a quella manciata di caratteri con la saggezza che il tempo dovrebbe regalarmi, non so se a farmi più male sia stato l'errore o il contenuto del messaggio. Ebbene: non so se la grammatica possa davvero far finire un amore, ma di sicuro la sdolcinatezza stereotipata può impedire che ne nasca uno, per quanto estivo possa essere. Anche in presenza di un fisico da bagnino da manuale. 

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