giovedì 24 agosto 2017

Le vacanze dei pessimisti

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Dal Giornale del Popolo del 18 agosto
Non importa che siate alle prese con le lavatrici da rientro, quelle da partenza o quelle da vacanza in corso. Anche adesso, in questo ultimo pezzetto di agosto, il mondo si divide nelle due uniche categorie che resistono ad ogni stagione e situazione: i pessimisti e gli ottimisti. Noi e voi, insomma. Il pessimista, che ha il talento naturale di trovare il lato peggiore di ogni cosa, usa le vacanze per preoccuparsi ogni giorno di una cosa diversa. Un’attività decisamente usurante, che richiede un esercizio costante e non ammette pause. All’inizio delle vacanze il pessimista ha mediamente un paio di giorni di shock per aver omesso dal bagaglio tutti i gioielli e inserito troppe paia di scarpe. Ha dovuto operare delle scelte, come chiunque nella vita, e ovviamente ritiene sbagliatissime le sue scelte. Nella prima settimana di vacanza si lamenta perché “non riesce veramente a staccare dal lavoro”. Segue una fase di insofferenza tremenda verso l’eventuale prole che lo distrae dal libro che vorrebbe leggere. Se il pessimista, in vacanza, si trova accompagnato da un partner riuscirà a litigare con fantasia e generosità. Ovviamente due giorni dopo la partenza del partner il pessimista è a pezzi perché è rimasto solo. E litigare da soli, purtroppo, è molto difficile anche per un pessimista. Verso la fine della vacanza il pessimista è in astinenza acuta da città, freme per riabbracciare la routine che lo ha logorato per un anno intero e per avere, finalmente, un motivo solido e sicuro di lamento. Per il pessimista il giorno migliore è la vigilia del rientro al lavoro: sa che dal giorno dopo non avrà più distrazioni, se non quella di crucciarsi, almeno fino a Natale, di non avere tempo di fare nulla (tranne lamentarsi).

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